STUDIO TECNICO

A R C H I T E T T O    G I O R G I O    M A G I S T R I

S T U D I O   -    V I A L E    A .   C H I G I   3   -   0 0 0 7 2     A R I C C I A    ( R O M A )   -   T E L . / F A X    0 6 . 9 3 3 4 1 3 1

 

Sì come il ferro s'arruginisce senza esercizio e l'acqua si putrefà o nel freddo s'addiaccia, così lo 'ngegno sanza esercizio si guasta

- Leonardo da Vinci, Codice Atlantico (1478/1518)

 

Lo Studio di Giorgio Magistri, ha l'atmosfera di una casa antica ed accogliente, uno stimolante spazio classico ad uso artigianale, somigliante al suo progettista. Come in una "bottega" rinascimentale (tra campioni di materiali da costruzione, modelli in legno e strumenti d'epoca per il disegno), si opera  prevalentemente sulla progettazione architettonica, sulla sperimentazione, l'analisi, la ricerca e sul restauro critico conservativo dei beni storici e ambientali; con particolare riguardo al recupero di spazi pubblici e privati, spazi sacri, edifici e centri storici, giardini e parchi, arredo urbano e d'interni.
Nella convinzione che occorre continuare a studiare, scrivere, riflettere e confrontarsi - in rispetto alle differenti sensibilità e aspirazioni - vengono individuate, caso per caso, le soluzioni più adatte alle mutate condizioni storico-ambientali e alle contingenti esigenze abitative.


LE 10 COSE CHE NON SI POSSONO FARE CON L'ARCHITETTURA - Prof. Arch. Nicola Pagliara, 1982


1. Non si può pensare che l'Architettura sia estranea dal mondo che ci circonda, pensare cioè che i suoi problemi si risolvano dentro lo specifico. L'Architettura si pensa ed esiste in funzione del mondo e delle culture e si configura solo dentro di esse.


2. Non si può modificare i contenuti. Chi credesse che l'architettura è forma sarebbe in errore, essa è solo "espressione", quindi esiste in rapporto dialettico con la sua sostanza.


3. Non si può pensarla senza struttura, come forma del comportamento. Perchè l'Architettura è parzializzazione della natura, non solo ne è parte, ma si esprime attraverso le sue naturali leggi.


4. Non si può imitare la storia. La storia è la sostanza portante dell'architettura, ma non è il suo linguaggio. Pertanto l'architettura non può essere storicistica, ma dovrà essere storica.


5. Non si può utilizzare la struttura come forma dell'immagine: la struttura aiuta a mistificare lo spazio, che attraverso si definisce.


6. Non si può prescindere dalla natura del materiale. Chi pensasse ad un'architettura senza definire il materiale di ogni singola parte, sarebbe già in errore, anche la "falsificazione" della "natura" deve essere espressa tempestivamente nella definizione del progetto, in modo che tutte le parti risultino tra loro omogenee.


7. Non si può rappresentare l'architettura attraverso la funzione. La funzione aiuta la disposizione organica dell'insieme, ma resta parziale e sconnessa dall'unità. E' solo attraverso la soluzione metafisica dei nodi funzionali, che si risolve lo spazio e questi incidono con una "sequenza relativa" sull'immagine dell'intero sistema.


8. Non si può credere nell'unità stilistica: essa rappresentando il sistema dei comportamenti dissociati dalle parti, resi attraverso "ricordi" della qualità strutturale, si organizza per contrapposizioni, negando ogni "monotonia" linguistica.


9. Non si può credere nella simmetria come ripetizione o ribaltamento. La simmetria è solo la componente tautologica dei pesi strutturali, dentro i quali ogni parte si rappresenta autonomamente. Simmetrico è al contrario tutto quanto realizza un baricentro ottico, intorno al quale il sistema risulterà in movimento nello spazio.


10. Non si può credere che il problema dell'architettura si risolva nella sola verifica dei nove punti precedenti. Essa racconta come un libro o una novella la storia del tempo in cui è stata prodotta. Perciò ammicca al futuro attraverso le sue intime logiche perverse. Cioè in essa non si può prescindere dalla "nonazione" e dai ricordi. Questi per loro natura non essendo i ricordi del reale, nè la realtà strumentale dei ricordi sono a loro volta immagini, segni. Pertanto non possono essere né espliciti, né evidenti. Per cui con essa non si può raccontare la realtà, ma solo l'immagine che ognuno di noi ha del suo ricordo.



Ultimo aggiornamento (Mercoledì 06 Aprile 2022 16:43)